Il Brasile torna ad ospitare i giochi olimpici dopo 120 anni, e medita di farlo in grande stile. La 31esima edizione della più grande manifestazione sportiva infatti quest’anno ha luogo nel paese dei colori, della musica, delle febbri tropicali e delle differenze sociali e nonostante il rifiuto di alcuni atleti e le proteste sempre più incessanti di coloro che ne stanno pagando il prezzo più alto, lo show sembra intenzionato ad andare avanti.
Già dalla prova generale allo stadio del Maracanà ha lasciato intravedere alcuni effetti scenici e pirotecnici che andranno a contornare la cerimonia, ma i dubbi restano ancora tanti. Chi sarà l’ultimo a trasportare la torcia olimpica? Per molti il favorito resta Pelé, nonostante alla prova generale sia stato il vincitore del Roland Garros Guga Kuerten a simularne l’accensione. Il braciere, però, per la prima volta nella storia delle Olimpiadi estive, non sarà situato all’interno dello stadio, bensì al porto, di fronte alla Chiesa della Candelaria.
Sembra quasi certo, invece, che una riproduzione del 14-bis, il primo aereo a decollo autonomo realizzato da Santos Dumont, sorvolerà lo stadio durante i festeggiamenti. La musica, inoltre, sarà la grande protagonista della serata, grazie alle note di Gilberto Gil, Caetano Veloso, Elza Soares, karol Conka e la giovanissima rapper Mc Sofia.
La cerimonia sarà così divisa in 3 periodi diversi: il primo, chiamato “il giardino”, esamina e pone l’accento sull’ecologia e sul problema ambientale, che si può ascrivere al Brasile ricordando la grandiosa deforestazione subita dall’area del Rio delle Amazzoni, il secondo dedicato all’anima dei Brasiliani e il terzo, volto a esplorare la loro creatività.
Gli atleti che sfileranno al seguito del proprio stendardo (e davanti a 45 capi di stato) saranno in tutto 12 mila, in rappresentanza di 206 Paesi. Per noi, a portare la bandiera, sarà la campionessa del nuoto Federica Pellegrini, che ha dichiarato: «Portare la bandiera alla cerimonia inaugurale lo considero un onore, non debbo prendermi rivincite, sono sicura che sarà una bella esperienza, sarà un ricordo da conservare».
Nonostante l’accusa mossa al governo brasiliano di aver condotto il paese in bancarotta, i numeri solo di questa serata sembrano esagerati: il palco sarà lungo 128 metri e profondo 63, i proiettori per immagini in 3D installati sulle gradinate e sulle cupole esterne sono 106, mentre i riflettori sono 3.400, sono stati inoltre installati 20km di cavi a fibra ottica e 42.000 fuochi d’artificio. Sono stati disegnati 5.500 costumi, realizzati con 50.000 metri di tessuto, che saranno poi indossati da 200 ballerini, 504 musicisti e dai performer delle 12 scuole di samba del Gruppo speciale. L’unico taglio al budget, pari al 30%, è stato riservato proprio a questi ultimi.
Il postumo e minimo taglio del budget, però, non ha zittito i manifestanti che in questi giorni stanno cercando di fare breccia tra la polizia e le telecamere. Gli organizzatori hanno già testato un diversivo che farà sì che la musica possa coprire le urla e i fischi durante la cerimonia. Ma questo basterà a spegnere i riflettori verso la metà di un paese che non compare mai sulle guide turistiche? Sono gli Indios e gli abitanti delle favelas che risentono in anticipo di decisioni prese con troppa leggerezza, organizzazioni malfunzionanti e enormi sprechi di denaro.
Questo processo è iniziato già con i Mondiali di calcio 2014, ma nessuno finora è riuscito a fermarlo. Neanche i grandi investimenti e i capitali entrati nelle casse brasiliane in questi anni hanno potuto stabilizzare la situazione. Sembra che tali eventi internazionali siano diventati ormai un minor comun denominatore per nazioni con gravi situazioni finanziarie, quindi anche noi (in vista della candidatura per Roma 2014), dovremmo pensare a non accettare proposte che il Paese non potrebbe sostenere, almeno in un prossimo futuro.
Giorgia Golia
