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giovedì, Marzo 28, 2024
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    No al Tmb: quando il ricorso scende in piazza

    C’avete rotto i polmoni. Questo lo slogan di una battaglia del Comitato per il Risanamento Ambientale, nato dall’unione di associazioni e privati cittadini per il risanamento ambientale di Guidonia Montecelio, diffusasi grazie a una petizione online, già firmata da 4mila persone, contro la prossima apertura del Tmb, e portata in piazza il 3 e il 10 febbraio, rispettivamente a Fonte Nuova e Guidonia centro.

    L’impianto per il Trattamento Meccanico Biologico infatti, costruito nel 2015 e mai messo in funzione a causa del sequestro operato l’anno seguente dal Tribunale di Tivoli, sorge accanto alla discarica del Parco Regionale dell’Inviolata, aperta nel 1996 poi chiusa nel 2014 per esaurimento degli invasi consentiti e posta sotto sequestro penale a causa del percolato che aveva ormai raggiunto le falde acquifere sottostanti.

    Nonostante la confisca della struttura, motivata dalla presenza di atti che ne favorivano la costruzione considerati illegittimi e lacunosi anche dalla Cassazione e dal Ministero dei Beni Culturali, la Regione Lazio ha approvato lo scorso 12 dicembre una nuova Autorizzazione Integrata Ambientale, pubblicata poi lo scorso 9 gennaio e valida fino a dicembre 2024.

    Il risentimento e l’impegno delle associazioni e dei cittadini scesi in piazza nasce da qui, dalla voglia di manifestare il dissenso pubblico non solo mediante una lettera pluisiglata sul web, ma anche con una raccolta fondi indirizzata a coprire le spese giuridiche di un ricorso al Tar del Lazio.

    Per promuovere l’iniziativa, lo scorso sabato 10 in piazza Francesco Baracca c’erano circa 400 cittadini -secondo quanto riportato nel comunicato del Cra- di Guidonia, Tivoli, Sant’Angelo Romano, Fonte Nuova, Palombara Sabina, Marcellina, insieme alle associazioni: No all’Inceneritore Albano, Alternativa Sostenibile, No Discarica di Cerveteri, Forum dell’Acqua, Italia Nostra e Cittadini della Sabina Reatina. Presenti anche le autorità locali come il sindaco di Guidonia Michel Barbet, che ha assicurato l’impegno della sua Giunta per sfavorire l’apertura di questo e molti altri impianti simili sul territorio, difendendo il vincolo del Mibact sull’area, rilevante dal punto di vista archeologico per le sue rovine medievali e ritrovamenti di epoca romana, e ricorrendo in via amministrativa contro la decisione del Consiglio dei ministri e della Regione. «La nostra amministrazione non è silente, ma si può fare di più. Non vogliamo più sentire di cittadini malati a causa del territorio dove vivono. Guidonia è per i suoi cittadini».

    Nell’intervento di Tiziana Guida qualche dato in più: «Voglio ribadire l’inutilità di questo impianto per Guidonia, che già differenzia i rifiuti, e per la Regione, che possiede già 10 Tmb con una capacità di trattamento di 2 mila tonnellate di rifiuti annui ma ne produce solo 1,7 milioni. Gli impianti esistenti sono sovrabbondanti, ma non sono gestiti bene. Allora perché attivarne altri?».

    La battaglia, portata avanti senza colori politici è ancora alla ricerca dei fondi necessari per trovare compimento ma trova il favore di tantissimi, che condividono l’idea di pensare prima al territorio, per non pensare, un giorno, alla propria salute.

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