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giovedì, Aprile 25, 2024
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    Expo in a day: tutte le esposizioni da non perdere

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    Panoramica del Decumano

    Nonostante le polemiche sulla durata dei lavori e sul loro finanziamento, l’Esposizione Universale di Milano ha aperto i battenti lo scorso 1 maggio. Ecco una piccola guida per non perdere tutte le meraviglie di questo evento unico.

    I padiglioni, gli stand dei maggiori partner e delle associazioni impegnate nella riflessione sul futuro del cibo e dell’alimentazione sono 154, disposti lungo la via principale, il Decumano, che presso Piazza Italia si interseca con il Cardo, una via più corta interamente dedicata al nostro paese, alla cui estremità si trova Palazzo Italia e l’Albero della Vita. Alcuni paesi, inoltre, sono stati divisi in clusters poiché condividono aree alimentari (Bio Mediterraneo, Isole, Mare e Cibo, Zone Aride) oppure filiere alimentari (produzione di Riso, Cacao e Cioccolato, Frutta e Legumi, Spezie e Cereali e Tuberi).

    Statistiche del Padiglione Zero
    Statistiche del Padiglione Zero

    La visita non può che partire dal Padiglione Zero, uno spazio interamente volto a esplicare i motivi fondanti dell’esposizione: l’evoluzione sostenibile della distribuzione di cibo in un mondo in rapida espansione demografica. Si passa da un rapido video introduttivo sul reperimento delle risorse disponibili sul pianeta a dei pannelli luminosi, simili a quelli della Borsa, che riportano dati importanti sulla distribuzione, spreco e utilizzo di cibo nel mondo.

    Il secondo spazio da dover visitare è quello del Brasile, interamente attraversato da una rete sospesa, materializzazione della fluidità e del decentramento che il paese si  propone di attuare per garantire cibo di qualità al fine di soddisfare la domanda globale. Questa camminata a pochi metri dal suolo è accompagnata dalla musica e dalla vegetazione brasiliana, di cui si ha uno scorcio guardando sotto ai propri piedi.

    Vista della rete del Br
    Vista della rete del Brasile

    Un padiglione davvero eco-sostenibile è sicuramente quello del Belgio, realizzato interamente di legno e pannelli solari. All’entrata si riceve un biscotto belga, lo stesso che viene offerto da un maître chocolatier dopo averlo ricoperto di cioccolato bianco o fondente. Continuando la visita, si possono ammirare nuove tecnologie, messe a punto per coltivare verdure, frutta e erbe in luoghi  solitamente  privi di luce.

    Tecnologia di coltivazione belga
    Tecnologia di coltivazione belga

    Uno degli spazi espositivi più interattivi e tecnologici è sicuramente quello dell’Azerbaijan, che racconta il patrimonio culturale del paese, dominato dalla costante musicale che ricorre sulle pareti pentagrammate e adornate di strumenti. Il primo piano racconta la storia e la geografia del paese caucasico e permette di fare dei tour virtuali della capitale, Baku, mentre il il secondo piano parla del suo clima e della sua biodiversità. La particolarità del padiglione sta nella possibilità di interagire con pannelli speciali, capaci di introdurre il pubblico nel mondo della sua cucina e agricoltura.

    Molto veloce (e un po’ deludente) è invece la visita all’esposizione messa in piedi dal Regno Unito, un’articolata struttura di alluminio rappresentante un alveare, metafora di come la creatività, il commercio e la scienza possano combinarsi per risolvere le crisi globali. Il visitatore é instradato in un percorso naturalistico che tenta di riprodurre il viaggio di un’ape verso la sua casa madre, ma una volta saliti sul padiglione non è proposta alcuna attività integrativa. Grandi ideali ma poco intrattenimento.

    L'alveare britannico
    L’alveare britannico

    La Spagna propone un edificio interamente adornato dalle valigie virtuali, contenenti le principali materie prime alimentari di matrice ispanica, e racconta il viaggio del cibo fino alla cucina di un cuoco spagnolo, il cui lavoro è descritto da un’istallazione di led circolari presenti sia sulle pareti che sul pavimento. L’iniziativa è sicuramente volta a far conoscere i benefici della dieta mediterranea, e gli amanti del paese iberico non possono non visitare questo padiglione.

    Un padiglione davvero unico é quello dell’Austria, che ha deciso di rappresentarsi ricostruendo il clima e l’ambientazione di una vera e propria foresta. L’idea alla base di questo progetto è spiegata anche dal suo nome, “Breathe Austria”, e propone un viaggio alla scoperta del nostro alimento fondamentale: l’aria. L’istallazione della parola “breathe” all’interno del padiglione, infatti, man mano che si prosegue sul piccolo sentiero, diventa semplicemente “eat”. Poco più avanti si possono incontrare dei pannelli esplicativi sulla fotosintesi, la stessa che permette alle piante del padiglione di produrre 62,5 kg di ossigeno all’ora e di assorbire 92 kg di CO2 al giorno. Un’esperienza surreale.

    Tanta, forse troppa fila per lo spazio dedicato al Giappone, difatti il tempo stimato di attesa è di un’ora e quaranta minuti. È presentato comIMG_5253e uno dei padiglioni migliori, poiché è molto interattivo e tecnologicamente avanzato, tuttavia la visita è interamente guidata e non si ha facoltà di poter girare e scoprire liberamente l’edificio. Il tema scelto dai nipponici è la “diversità armoniosa”, che sarà riproposto in ogni area espositiva tramite spettacoli e giochi di luce, mentre si ha la possibilità di conoscere la cultura giapponese del fumetto, dell’animazione e la preparazione dei diversi tipi di sushi. L’ultima parte della visita è occupata dal “ristorante del futuro”: tramite alcune bacchette si possono scegliere delle pietanze in base al luogo di provenienza, alla stagione preferita e al tipo di cibo,  ma non illudetevi: nessun assaggio, le vivande sono solo virtuali.

    Giochi di luce al padiglione Giappone
    Giochi di luce al padiglione Giappone

    Pieno di innovazioni è anche il padiglione teutonico. La Germania presenta idee, biodiversità, climate changing e fonti dell’alimentazione attraverso un formato originale: il visitatore può interagire con il padiglione e approfondire alcuni argomenti tramite un cartoncino, di cui viene munito all’entrata, su cui vengono proiettate le informazioni. Si può sperimentare inoltre un volo virtuale attraverso la Germania dalla prospettiva di due api in volo.

    Bisogna dedicare qualche minuto anche a Israele, che concepisce la sua idea di esposizione attorno alla tecnologia del Vertical Planting, che permette di ottimizzare territorio e acqua. Il visitatore viene così accolto da una parete verticale coltivata a grano, mais e riso, a testimonianza di una nazione che, anche se relativamente giovane, è riuscita a coltivare il deserto.

    il padiglione Cina
    il padiglione Cina

    Da visitare anche i padiglioni della Federazione Russa, che ospita un vero e proprio laboratorio chimico, dove i visitatori possono sostare e godersi, direttamente dalle provette, i tipici drink russi,  del Marocco, dove viene riprodotto il clima sahariano, della Francia, concepito come un piccolo orto, e in particolare quello della Cina, che partecipa per la prima volta a un’esposizione universale fuori dai suoi confini e intende riflettere sui progressi della tecnologia agricola cinese e sul tema della gratitudine: particolari sono le istallazioni di led colorati che, se visti dall’alto, riproducono scene in movimento sull’unità di uomo e natura.

    L’Expo è una manifestazione che deve essere vissuta dall’inizio alla fine, infatti dalle ore 22, ogni quarto d’ora, si può assistere allo spettacolo di musica, proiezioni e giochi d’acqua dell’Albero della Vita al Lake Arena, un evento che lascia senza parole. Inoltre, per i più giovani, la festa può continuare al padiglione Olanda, realizzato a mo’ di luna park, con musica coinvolgente, drink e cibi offerti dai carretti di street food di cui è composto il padiglione.

    L'Expo Passport
    L’Expo Passport

    L’unico punto debole dell’intera manifestazione è il costo dei pasti se si intende mangiare nei padiglioni: le porzioni sono ridotte e piuttosto costose, ma nella zona del Future Food District i prezzi sono più contenuti, come nella zona assegnata alla catena Eataly, divisa tra le varie regioni italiane. Per idratarsi, invece, non c’è alcun problema: ogni 100 metri sono presenti delle colonnine dove si possono riempire le proprie bottiglie con fresca acqua frizzante o naturale.

    L’Expo è una delle migliori manifestazioni organizzate in Italia in questo periodo: è ben organizzata e strutturata e vale sicuramente la pena di visitarla e di commemorare il proprio passaggio in ogni area espositiva affiggendo un timbro sul proprio Expo Passport (acquistabile nei punti informazioni o nei padiglioni stessi a 5 euro). Molti milanesi, a tal proposito, si sono già procurati il seasonal pass, per tornarci tutte le volte che vogliono, fino alla chiusura di Ottobre 2015.

    Giorgia Golia

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